Buongiorno a tutti,
oggi vorrei parlare con voi di un argomento un tantino delicato ma molto importante per chi, come me, lavora con bambini piccoli: il contatto fisico a scuola.
I maestri che lavorano alla scuola dell'infanzia e alla scuola primaria lo sanno: gli stessi bambini richiedono il contatto fisico con il proprio insegnante, che sia un abbraccio, una carezza sulla testa, o una semplice pacca sulla spalla. Quanti di voi, almeno una volta nella propria carriera, sono stati sommersi da un'ondata impetuosa di bambini urlanti che ti placcano in un abbraccio di gruppo?
Questo perchè, lavorando ancora con bambini, la richiesta di attenzioni personali è molto alta e questa passa attraverso i canali della voce, dello sguardo e del contatto.
Il tocco è la forma piu potente ed è quella che piu va scemando durante la crescita: basta guardare quante volte i bambini si spingono, si abbracciano, si prendono per mano, si picchiano anche, rispetto a quanto lo fanno gli adulti. Probabilmente si potrebbe pensare che il contatto e il linguaggio hanno uno sviluppo inversalmente proporzionale: più il linguaggio e la comunicazione si affinano e si perfezionano nella crescita, e meno necessità c'è di contatto fisico; dopotutto, anche il contatto fisico e la prossimità costituiscono veicolo di comunicazione.
A scuola a me capita spesso di usare il contatto fisico con gli alunni in questo senso: dare un abbraccio a un bambino un pochino triste, o una carezza accompagnata da un BRAVA alla bambina che finalmente è riuscita a fare la verifica tutta da sola, sono mezzi potentissimi, molto di più che solo con la voce.
Certo è che può sorgere una domanda spontanea: dopo che si vede di tutto e di più al telegiornale, non sia mai che nascano strani dubbi sulla bambina in braccio alla maestra o sulla pacca sulla spalla data dal maestro ai suoi alunni.
Ora, le commedie degli equivoci lasciamole a Benigni ma, non ci vuole poi molto a passare da "il maestro/la maestra mi prende sempre sulle sue gambe" alla preoccupazione immotivata.
Come difendersi da accuse gravissime e infondate? Fare come si richiede in certe scuole di "evitare qualsivoglia contatto fisico con gli studenti"?
Ok, però a Carlotta di 4 anni, che ancora non si è abituata alla scuola dell'infanzia e che piange fino alle 10 : 30, e che si calma solo quando la maestra la prende in braccio, chi glielo va a dire?
E a Simone, 7 anni e a casa non sanno manco di averlo, che passa prescuola-tempo pieno-doposcuola-calcio e che ti viene apposta vicino chiedendoti l'abbraccio quotidiano che non riceve da nessun'altra parte, chi glielo va a dire?
E a Giulietto, 9 anni con grave ritardo che comunica solo con il contatto e le carezze che l'insegnante gli dà per fargli passare la paura del temporale, chi glielo va a dire?
Io credo proprio che evitare qualsiasi contatto fisico, almeno nella scuola dell'infanzia e nei primi anni della scuola primaria sia praticamente impossibile, e credo inoltre che tutto vada interpretato senza farci terrorizzare da media che altro non vogliono se non creare notizia e pettegolezzo. Io credo che, quando avviene un vero abuso, i genitori se ne accorgano subito, senza alcun dubbio dato da spargimento di voci infondate.
Voi cosa ne pensate? So che è un argomento di cui non è così semplice parlare, ma è comunque una parte importante del nostro lavoro. Soprattutto se la maestra in questione è UN MAESTRO: vi ricordate Paolo Villaggio in "Io, speriamo che me la cavo", quando porta la bambina in bagno di corsa perchè se la stava facendo addosso e la bidella, vedendolo, si spaventa pensando subito male di lui? Gli uomini nel nostro lavoro sono molto più a rischio di fraintendimenti e ci vuole veramente poco per distruggere il lavoro, la reputazione e la stessa vita di una persona.
Fatemi sapere la vostra,
Teacher Maia
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