martedì 10 febbraio 2015

Responsabilità degli insegnanti- culpa in vigilando



Responsabilità e responsabilità.... ormai a scuola non si parla d'altro.

Troppo rischioso andare in gita perchè siamo noi responsabili; troppa paura a far fare giochi "non usuali" ai bambini per paura che si facciano male; timore della ramanzina del genitore del bambino per gli occhiali rotti o per il pianto-giusto-un-secondo-prima-dell'uscita ecc.

Ormai tutto quello che succede è responsabilità degli insegnanti, (o per meglio dire colpa) o del dirigente ovviamente.


Purtroppo tutto questo timore generalizzato nelle scuole non fa altro che allontanare i bambini dall'apprendimento vero, quello divertente e appassionante; non ci sentiamo più liberi di fare nulla per paura che succeda qualcosa. E questo non va proprio bene.


QUALCOSA DEVE CAMBIARE.


Non solo nella scuola ma nella società intera: è tutto un rincorrere il colpevole o presunto tale: viene un mega terremoto, cerchiamo l'ingegnere che ha costruito quella palazzina 50 anni fa quando le norme antisismiche erano diverse, e la zona in cui era costruita la palazzina non era ancora definita come zona sismica; viene un bomba d'acqua e andiamo a cercare il meteorologo che non l'aveva previsto in tempo; e chi più ne ha più ne metta.

Questa rincorsa al colpevole altro non fa che ridurre di molto la qualità della didattica: non possiamo appendere cartelloni a scuola altrimenti potrebbero prendere fuoco; in palestra meglio non usare aggeggi troppo strani e pericolosi (il quadro svedese), potrebbero farsi male; non andiamo in gita per paura delle responsabilità ENORMI  che abbiamo e che a volte facciamo finta di dimenticare per poter portare avanti un po' di buona didattica.

Lo stesso uso del compasso in 5° potrebbe essere un vero problema e sarebbe meglio non farlo usare.

Nessuno pretende che noi insegnanti, ai quali vengono assegnati dei minori, non debbano avere nessun tipo di responsabilità nei confronti degli alunni, ma almeno dovrebbero essere ridimensionate!!!
responsabilità degli insegnanti








Cosa ne possiamo se Luigi, all'ultimo banco, decide di infilare la forbice nell'occhio di Sara dopo averlo visto fare in tv?



E che colpa ne abbiamo se, durante l'intervallo, un bambino un po' goffo inciampa nelle sue scarpe e finisce dritto contro lo spigolo del banco?



In tutte queste disgrazie, cosa cavolo serve che io sia presente e vigile in quel momento o meno? Invece sembra che per la legge sia importante. Sì, l'importante è che ci sia qualcuno presente per prendersi la colpa.

é importante come il caso di una professoressa di ginnastica alle medie nel 1988 che, incolpata per non essere stata presente nell'istante dell'incidente di una ragazzina, deve risarcire la famiglia con 4 milioni di euro: la ragazzina è saltata con la pedana (credo si chiami così) ed è caduta di collo, rimanendo invalida a vita.

MA ANCHE SE FOSSE STATA PRESENTE E SUPER VIGILE, COSA AVREBBE POTUTO FARE LA PROFESSORESSA??? LANCIARSI SOTTO LA RAGAZZINA E MAGARI, FARE LA STESSA FINE AL SUO POSTO? beh, a questo punto, forse per lei sarebbe stato meglio, non so.

Oppure il caso di un professore delle superiori incolpato per la morte di una ragazzina in gita: nell'hotel prenotato dove avrebbero dovuto passare la notte,  la ragazzina, insieme a dei compagni, decise di fumarsi qualche "cannuccia" sul terrazzino  in dotazione alla camera, finchè il terrazzino non crollò sotto il peso dell'alunna.

MA COSA C'ENTRA IL PROFESSORE SE IL TERRAZZINO ERA PERICOLANTE?

C'entra perchè, oltre alla responsabilità dell'architetto e dell'hotel, il PROFESSORE AVREBBE DOVUTO FARE UN SOPRALLUOGO IN OGNI STANZA PER GIUDICARNE LA SICUREZZA.

MA STIAMO SCHERZANDO? E sono tutti casi veri!!!

Siamo al limite della ridicolaggine? Secondo me sì.

Spero  proprio che le cose migliorino perchè, se continuano così, mi viene in mente la frase del
responsabilità insegnanti
capitano dei carabinieri che ci ha detto a un incontro sulla sicurezza a scuola e culpa in vigilando: " siete davvero coraggiosi a fare questo lavoro, ogni giorno è sempre più pericoloso."





Alla prossima

Teacher Maia

venerdì 6 febbraio 2015

Il femminismo è scomparso? A scuola forse sì...



Pensavo tra me e me… perché sono cresciuta con il pallino del femminismo?

ruolo donna a scuolaÈ una fissazione che mi porto dietro praticamente da sempre ( per culminare nella mia tesi di laurea sulla visione delle figure femminili nelle Fiabe Italiane di Italo Calvino) forse perché sono un po’ un maschiaccio, o forse per il tipo di educazione ricevuta… non so.

Sta di fatto che, quando ero piccola, passavo spesso parte dei miei pomeriggi dopo scuola a guardare la tv, sognando e giocando a fare le mie eroine preferite:

-          Sailor Moon: ragazza che combatte contro le forze del male;

-          Xena, la principessa guerriera che combatteva pure contro gli dei dell’Olimpo ( e non aggiungo altro);

-          Lady Oscar, (idem)

-          La bella e la bestia, che  era e rimane il mio classico Disney preferito in assoluto (giovane ragazza che si sacrifica come prigioniera per salvare il padre e si innamora di una bestia, andando oltre tutte le apparenze)

Aggiungiamo un contorno di scuole elementari passate a idolatrare il GIRL POWER delle Spice Girls e ho detto tutto.

Oggi invece tutto questo non c’è, il femminismo inteso almeno nella sua forma più blanda (non quello del “via tutti i reggiseni”) sembra essere sparito del tutto.

ruolo donna a scuolaQuesto lo vedo ogni giorno a scuola, non solo nel vestiario delle bambine che, ripeto, forse essendo un po’ maschiaccio dentro non riesco a capire appieno, o nei giocattoli (andare nei negozi di giocattoli e vedere le differenze tra il reparto maschile super moderno e quello femminile fermo al 1943 con ferri da stiro e passeggini, mi riempie di una tristezza infinita!!!); lo vedo soprattutto nel loro modo di parlare e di vedere il mondo: racconto una fiaba e la cosa più interessante per le bambine è vedere il disegno della principessa Aurora per poter dire quanto è bella; le sole storie che riescono a inventare vedono principesse rinchiuse da qualche parte e qualche baldo principe che si lancia al galoppo pronto a salvarle.

Qualche giorno fa nella mia classe 2° abbiamo provato a fare un piccolo tema: QUALE ANIMALE VORRESTI ESSERE? SPIEGA IL PERCHè.
 
Mi sono cadute le braccia:
“vorrei essere un bel coniglietto con il pelo folto, morbido e marrone (senza un motivo, probabilmente manco loro lo capiscono);” 
“Vorrei essere un  gattino con un bel fiocchetto colorato in testa”  ecc.
Solo una bimba ha scritto “vorrei essere un uccello per poter volare in alto sopra le città e poterle guardare dall’alto”, mentre i maschietti si sono lanciati in delfini che nuotano, canguri che saltano ecc.

IO MI RIFIUTO DI CREDERE CHE QUESTE INFLUENZE SULLA LORO CRESCITA SONO IL FRUTTO DEL SEMPLICE ESSERE FEMMINA. Non ci credo nel modo più assoluto. Sono tutte derivate dalla società e da quello che abitudini e atteggiamenti involontari inculcano nella testa dei bambini a seconda che siano maschi e femmine.

So che questo argomento è “passato di moda” e molti pensano che non sia più così importante parlarne, ma per me lo è!
ruolo donna a scuola


Cosa ne pensate? La vedete come me?

Come vi sembra nelle vostre classi?

Fatemi sapere
A presto e buon lavoro

Maestra Maia


lunedì 2 febbraio 2015

Contatto fisico a scuola - timori immotivati?

Buongiorno  a tutti,

oggi vorrei parlare con voi di un argomento un tantino delicato ma molto importante per chi, come me, lavora con bambini piccoli: il contatto fisico a scuola.
I maestri che lavorano alla scuola dell'infanzia e alla scuola primaria lo sanno: gli stessi bambini richiedono il contatto fisico con il proprio insegnante, che sia un abbraccio, una carezza sulla testa, o una semplice pacca sulla spalla. Quanti di voi, almeno una volta nella propria carriera, sono stati sommersi da un'ondata impetuosa di bambini urlanti che ti placcano in un abbraccio di gruppo?
contatto fisico a scuola

Questo perchè, lavorando ancora con bambini, la richiesta di attenzioni personali è molto  alta e questa passa attraverso i canali della voce, dello sguardo e del contatto.
Il tocco è la forma piu potente ed è quella che piu va scemando durante la crescita: basta guardare quante volte i bambini si spingono, si abbracciano, si prendono per mano, si picchiano anche, rispetto a quanto lo fanno gli adulti. Probabilmente si potrebbe pensare che il contatto e il linguaggio hanno uno sviluppo inversalmente proporzionale: più il linguaggio e la comunicazione si affinano e si perfezionano nella crescita, e meno necessità c'è di contatto fisico; dopotutto, anche il contatto fisico e la prossimità costituiscono veicolo di comunicazione.
contatto fisico a scuolaA scuola a me capita spesso di usare il contatto fisico con gli alunni in questo senso: dare un abbraccio a un bambino un pochino triste, o una carezza accompagnata da un BRAVA alla bambina che finalmente è riuscita a fare la verifica tutta da sola, sono mezzi potentissimi, molto di più che solo con la voce.
Certo è che può sorgere una domanda spontanea: dopo che si vede di tutto e di più al telegiornale, non sia mai che nascano strani dubbi sulla bambina in braccio alla maestra o sulla pacca sulla spalla data dal maestro ai suoi alunni.

Ora, le commedie degli equivoci lasciamole a Benigni ma, non ci vuole poi molto a passare da "il maestro/la maestra mi prende sempre sulle sue gambe" alla preoccupazione immotivata.
Come difendersi da accuse gravissime e infondate? Fare come si richiede in certe scuole di "evitare qualsivoglia contatto fisico con gli studenti"?

Ok, però a Carlotta di 4 anni, che ancora non si è abituata alla scuola dell'infanzia e che piange fino alle 10 : 30, e che si calma solo quando la maestra la prende in braccio, chi glielo va a dire?

E a Simone, 7 anni e a casa non sanno manco di averlo, che passa prescuola-tempo pieno-doposcuola-calcio e che ti viene apposta vicino chiedendoti l'abbraccio quotidiano che non riceve da nessun'altra parte, chi glielo va a dire?

E a Giulietto, 9 anni con grave ritardo che comunica solo con il contatto e le carezze che l'insegnante gli dà per fargli passare la paura del temporale, chi glielo va a dire?

contatto fisico a scuola

Io credo proprio che evitare qualsiasi contatto fisico, almeno nella scuola dell'infanzia e nei primi anni della scuola primaria sia praticamente impossibile, e credo inoltre che tutto vada interpretato senza farci terrorizzare da media che altro non vogliono se non creare notizia e pettegolezzo. Io credo che, quando avviene un vero abuso, i genitori se ne accorgano subito, senza alcun dubbio dato da spargimento di voci infondate.

Voi cosa ne pensate? So che è un argomento di cui non è così semplice parlare, ma è comunque una parte importante del nostro lavoro. Soprattutto se la maestra in questione è UN MAESTRO: vi ricordate Paolo Villaggio in "Io, speriamo che me la cavo", quando porta la bambina in bagno di corsa perchè se la stava facendo addosso e la bidella, vedendolo, si spaventa pensando subito male di lui? Gli uomini nel nostro lavoro sono molto più a rischio di fraintendimenti e ci vuole veramente poco per distruggere il lavoro, la reputazione e la stessa vita di una persona.
Fatemi sapere la vostra,

Teacher Maia