dopo mille funghetti, stelline e abeti addobbati da colorare, torno a fare la maestrina seria.
é tempo di udienze.
Ho 25 anni e non ho figli (beh, normale no?)
Quindi, nel rapporto con i genitori dei nostri pulcini,
non posso usare il mio bagaglio di esperienza,
ma solo il mio bagaglio di immaginazione.
"Cosa potrebbe pensare il papà se gli dico così?"
"Come potrebbe sentirsi la mamma se le dico questo?"
Cerco sempre di mettermi nei panni dell'altro e ora,
è tempo di cambiarne tanti di panni perchè
é tempo di udienze:
genitori ansiosi, preoccupati per il futuro da campioni dei figli,
battaglie sul primo arrivato e su: "ma quella è di un'altra classe, perchè ci è
passata davanti?!";
genitori adorabili che ascoltano i consigli degli insegnanti,
e mamme e papà immigrati
che con tutta l'umiltà rispondono: "noi siamo venuti per lavorare,
vorremmo un futuro migliore per nostro figlio,
vorremmo che imparasse bene l'italiano perchè vogliamo
che in futuro possa essere felice sentendosi italiano."
Insegnanti arrabbiati, nervosi,
frettolosi e..... incazzati, diciamola tutta: precari,
scatti d'anzianità che non arrivano ecc.
"Diamoci una botta e via, che devo andare a casa
a finire le polpette;"
"Non stiamo a dilungarci su tutti, due
paroline e a casa."
Tanto, c'è sempre la carta del
"Suo figlio si comporta bene e studia,
MA POTREBBE IMPEGNARSI DI PIù"
Sì, perchè questa è la frase perfetta per tutti quei bambini che non sono:
-EINSTEIN
- BES
- DSA
- e tutti gli altri ACRONIMI diversi che inventano ogni giorno
Cioè il 70% dei bambini a scuola!
Sì, sono bambini tranquilli,
non disturbano, vanno abbastanza bene ma sempre sul 7,
non sembrano avere problemi di alcun tipo,
a casa sono seguiti ma non troppo...
cosa vuoi dirci a sti genitori?
Dopotutto, abbiamo in coda
-la mamma di Tizio, che sta settimana ha rotto il naso al suo compagno,
-il papà di Caio, che l'altro ieri ha detto le parolacce alla maestra,
-il nuovo compagno della vecchia moglie del cugino del nonno del papà
di non so più chi, neo-papà di Gianni che negli ultimi tempi non studia
più e dimentica quaderni e compiti nelle mille case diverse dove
dorme tutti i giorni.
Ci metteremo già mezz'ora solo per ognuno di questi,
se ci mettiamo a fare i puntigliosi pure
sui genitori degli altri non andiamo più a casa
e le bidelle che vorrebbero anche loro andare a casa a mangiare
ci uccideranno!
Ma poi penso,
" ma se fossi la mamma di Luca,
non vorrei sentirmi dire che va bene a scuola,
che è un bambino intelligente e che si vede, anche se rimane nascosto
dalla sua timidezza?"
"E se fossi il papà di Giorgia,
non vorrei sentirmi dire che il suo italiano è
migliorato e che ha diminuito gli errori
di grammatica,
anche se di matematica ha bisogno di 5 minuti
in più per capire?
Quindi credo anche che la mamma di Olga,
la bambina rumena che vive sola con la mamma, che lavora tutto il
giorno fino a sera tardi,
vorrebbe sentirsi dire che ha fatto un solo piccolo e microscopico
progresso, ma che è riuscita a farlo in completa autonomia
perchè nessuno a casa la aiuta?
Forse dovremmo dosare le parole con tutti,
e ricavare più tempo per gli incontri con i genitori
e ricordarci che a scuola
ogni bambino è un BES
per quanto invisibile o gigantesco
il suo Bisogno Speciale sia.
Teacher Maia.
Nessun commento:
Posta un commento