Lunedì 16 novembre.
Maestri e professori rientrano in classe e si chiedono: come affronterò l’argomento? Come potrò raccontare di tanta crudeltà a quelli che, nonostante l’età anagrafica, restano comunque dei bambini agli occhi del mondo?
Non è facile, ma la strada giusta non è di certo far finta
di nulla. Questa è la vita e la scuola insegna a vivere.
Non sarà facile per il professore parlare di tanta violenza
al ragazzo di sedici anni, e non sarà facile per chi, come la sottoscritta,
dovrà entrare in classe e parlare, insieme alle colleghe, a bambini di otto
anni.
Che cosa dire? In che modo possiamo parlarne senza
esagerare, e soprattutto senza ridurre eccessivamente?
Non sarà facile, ma ci proveremo, parlando di violenza, ma
parlando anche di libertà. Parleremo di odio, ma soprattutto dell’amore che
lega le persone oltre i confini, oltre i mari, oltre le religioni, uniti tutti
in sostegno di una bandiera sofferente.
L’idea sarà quella, seguendo chi già l’ha messa in pratica
nei luoghi dell’accaduto, di cantare Imagine
di John Lennon, soffermandoci sui concetti di libertà, di pace e di amore, e
non sull’odio e la violenza.
Dobbiamo ricordarci dell’amore soprattutto in questi
momenti, combattendo l’odio e la paura del diverso che la sofferenza
inevitabilmente crea dentro di noi.
Spieghiamo cos’è la libertà, perché migliaia di persone
hanno combattuto per essa e, soprattutto, ancora stanno combattendo.
Dopotutto:
Le fiabe non insegnano
ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono.
Le fiabe insegnano ai
bambini che i draghi si possono sconfiggere.
G.K. Chesterton
Teacher Maia
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